Ciò che dovrebbe rimanere segreto e nascosto e che invece viene alla luce
Freud ci parla di ciò che alberga in noi, ma vorremmo non ci fosse. Unheimlich, perturbante, inquiétante étrangeté, Uncanny, Unhomely, lo siniestro, lo ominoso, o infamiliar. Locus suspectus, intempesta nocte. Freud ci mostra un cammino, sia pur difficile, per combattere la paura che tutto questo affiori. Ci dice che solo accettando l'esistenza di questo inquietante possiamo conoscere noi stessi e quindi il mondo. Ma le nostre paure ci spingono a cercare una alternativa: costruire macchine -scatole nere- destinate a contenere l'inquietante.
La Morte di Eros: Come la tecnologia sta eliminando l'attrito che ci rende umani
La Morte di Eros: Perché la comodità digitale ci sta estinguendo. Nel 1968, l'esperimento "Universo 25" dimostrò che l'abbondanza senza sfide porta all'estinzione sociale. Oggi, l'Intelligenza Artificiale ci offre una gabbia dorata simile: una vita senza dolore, senza sforzo e senza Eros. Un'analisi su come la tecnologia agisce come una "madre iperprotettiva" che atrofizza la nostra volontà e perché la vera ribellione del XXI secolo consiste nell'abbracciare la difficoltà.
La Paura di sbagliare
La Paura di Sbagliare non è una nobile consigliera, ma una zia invadente, di quelle che ti lasciano il trauma dall'infanzia col loro "Non si fa cos...
Un doppio sguardo sulla vulnerabilità percettiva e relazionale
Nell'intreccio tra pelle e frammenti si manifesta una delle competenze più delicate dell’esistenza: la capacità di restare abbastanza integri per non smontare l’altro e abbastanza aperti perché l’altro possa davvero raggiungerci.
“Io sono l’eco, tu sei l’origine” *
Dalle immagini di un film visionario, agli effetti che le moderne tecnologie producono nelle nostre vite. Di fronte allo strapotere di un pugno di aziende che gestiscono risorse economiche e tecnologie in misura inimmaginabile anche solo in un recente passato, è comprensibile e anche molto umano osservare con passivo disincanto il corso degli eventi, considerando inevitabile quanto accade. Eppure, è proprio nell’idea racchiusa in quella parola - inevitabile - che si cela il rischio di diventare inconsapevolmente complici di un disegno che nulla si cura di quanto accade alle nostre vite. Siamo tutti disposti a definire pazzi gli ideologi del transumanesimo, meno attenti a chiederci se in qualche modo non stiamo contribuendo a questa deriva. Una lunga riflessione e un invito a non abbandonare mai la curiosità, lo spirito critico, la libertà di pensare, a dispetto degli eventi.
La tempesta perfetta - Riflessioni sull'evento tragico del suicidio del giovane Sewell Setzer
La Tecnica si rivela non più solo come portatrice di possibili nuove forme di emancipazione ma, anche, come ciò attraverso il quale emergono nuove forme di alienazione e asservimento molto più subdole e pericolose delle precedenti perché fondate su un potere pervasivo, anonimo e impersonale.
Tecnologie e sviluppo del Sè
I social e le nuove tecnologie, se non snaturate dal loro obiettivo iniziale ossia di sviluppo e di miglioramento, possono davvero essere un’importante opportunità di crescita. Penso, per esempio, a quei bambini/ragazzi che hanno difficoltà negli apprendimenti: in questo caso, tecnologie specifiche, possono davvero essere di aiuto a questi ragazzi, supportando genitori e insegnanti, e permettendo loro di non abbandonare lo studio per la fatica incontrata nel loro percorso scolastico, come invece accade in situazioni estreme.
WWW: Il web è una cosa strana
La verità (la praxia conduce alla verità) è che navigare (necesse est navigare) è diventato un dramma (anticipazione pragmatica dell'ultimo verso), se non attaccate all'USB del PC il cavo dell'elettroencefalografo (ironia pragmatica, non antifrastica), cioè se non fate funzionare il cervello, chi non ha intuito che il www sia divenuto un «symbolic outlet» (Bauman, con inversione sociologica distopica dei concetti utopici di «emotional outlet» e «creative outlets» di Barbara Fredrickson o Lisa Feldman Barrett), cioè una no-where zone in cui l'homo consumericius lipovetskyiano, riesca, con continui «sfoghi simbolici», a soddisfare l'eterna insoddisfazione del desiderio, sia condannato a osservare - come un anatomopatologo- la rete (web/rete da tennis [net]), inter-net, come Boris Beckett (onomastic portmanteau pragmatico), cioè Boris Becker/Samuel Beckett, en attendant Godot (in ethernet).
James Hillman: la psicologia archetipica e l’anima mundi. Dall’archetipo all’archetipico
L’opera e il pensiero di James Hillman si caratterizzano per tematiche e delucidazioni che non erano ancora presenti all’interno della psicologia analitica. Proprio per questo, per differenziarsi dalla psicologia del profondo del suo maestro, Hillman è colui che ha dato vita alla psicologia archetipica. C’è qui una nuova visione dell’archetipo. Ma che cosa vuole intendere Hillman per psicologia archetipica?
Raging old males
TODAY OLD MALES, DRUNK WITH POWER AND AFRAID OF DEATH, ARE RAGING Do not despair: the legends tell us that their stupidity cause their fall
RIP America...
A CLOSED SOCIETY IS MORE THAN CONSERVATIVE. IT REFUSES ALL CHANGES TO THE POINT OF FOSSILIZATION, THAT IS DEATH AND GOOD PRESERVATION OF A CORPSE
Lo humano no automatizable: Cuando la creatividad deja de necesitar humanos
Tal vez lo humano no sea lo que produce mejor lenguaje, ni lo que genera más imágenes, ni lo que optimiza más rápido. Tal vez lo humano empiece justo donde la automatización se detiene.
Il viaggio, la nascita, il come.
I miei auguri di Natale e per il 2026, al largo navigando sulla STULTIFERANAVIS in compagnia di altri folli!
Shalmaneser: “computer capace di rivaleggiare con il cervello umano”
Shalmaneser, personaggio non umano, Supercomputer onnisciente e quasi onnipotente, campeggia nel romanzo di John Brunner 'Stand on Zanzibar', 1968 ('Tutti a Zanzibar', Editrice Nord, 1977). La sua presenza ingombrante e incombente è la costante nella complessa struttura del romanzo. Non un testo sequenziale, ma punti di vista differenti sulla vicenda narrata che si accumulano e si intersecano: contesto, flusso di eventi, sguardi sulla miriade di personaggi, aggiornamenti sugli stati del mondo.
Offuscati dalle meraviglie tecnologiche abbiamo dimenticato come imparare
Segnalazione di un articolo di Esther Paniagua, esperta di tecnologia, comparso sul periodico EL PAÍS il 19 dicembre 2025
“Il problema non è l’intelligenza artificiale: basta usarla bene”
Analisi di una “catchphrase” di gran moda Quando si parla di tecnologia a scuola, sopratutto tra colleghi, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci – con la massima determinazione – la seguente frase: “Il problema non è la tecnologia X. Basta usarla bene”.
L'uso dannoso della IA è già in atto
Yoshua Bengio, considerato da molti uno dei padrini dell'intelligenza artificiale, è da tempo in prima linea nella ricerca sull'apprendimento automatico. Negli ultimi anni le sue opinioni sulla tecnologia sono cambiate. Non a caso è impegnato a spiegare quali possano essere i rischi posti dall'intelligenza artificiale e a suggerire cosa si potrebbe fare per sviluppare un'intelligenza artificiale più sicura e attenta ai bisogni dell'essere uano.
Perché l'introduzione acritica dell'intelligenza artificiale nelle scuole è un problema?
Le linee guida ministeriali parlano di "utilizzo etico", di "mitigazione dei rischi", ma questo linguaggio rischia di fare l'effetto della proverbiale foglia di fico, a nascondere le pudenda di un'operazione che non può per definizione essere etica, né mitigata in alcun modo nel momento in cui a portarla avanti è Big Tech. La professoressa Daniela Tafani ci aiuta a comprenderne le ragioni:
La fine della storia: Quando l'etica divenne opzionale
Verrà un giorno, molto tempo dopo che il fumo si sarà diradato e i server saranno spenti, qualche civiltà aliena lontana studierà i resti del nostro pianeta e farà l'unica domanda che conta: Come potevano sapere così tanto e capire così poco?
Un confine sottile. Tra l'incapacità di essere più chiari e l'uso artato nell’oscurità
Un pensiero critico ridotto a feticcio e simulacro è il mezzo oggi usato per celebrare il nuovo Moloch: la cosiddetta 'intelligenza artificiale'.
Il ritorno ai miti greci: una necessità per l'Occidente smarrito
Un testo scritto insieme a Mastroviti Benedetta, Con la collaborazione di Anthropic Claude AI mod. Opus 4.5
The Tyranny of Purpose
Ethics is not a ritual, but an experiment—a collective effort to become more than any purpose can promise. The measure of transformation is not perfection, but willingness to keep faith with absent potential—the ongoing adventure of becoming what we are called to be.
O Medo da IA e o Fim do Monopólio da História
La paura del cosiddetto "establishment" (vecchi media, accademia tradizionale, ecc.) non è che ci facciamo ingannare da un robot. La loro paura è che, con l'aiuto della macchina, scopriremo di essere stati ingannati dagli esseri umani per tutto questo tempo.
Tecnolog-IA e stato di umana minorità: per pigrizia e per viltà!
Provate a pensarci, viviamo tempi di grandi e profonde trasformazioni, ci raccontiamo di essere protagonisti del loro accadere, ma in realtà, come esseri umani, ci siamo arenati, corriamo sempre di più, ma siamo fermi, anzi stiamo regredendo, andando all’indietro, siamo diventati i protagonisti della nostra stessa potenziale e possibile (auto)distruzione.