Piattaforme, disincanto e falò digitali (digital campfire)
Viviamo l'era del disincanto tecnologico che si manifesta come disagio, la sensazione che qualcosa nella nostra relazione con i dispositivi e le piattaforme tecnologiche non funzioni più, esprime il bisogno di cambiamento nei rapporti con la tecnologia. Racconta la fine di un amore e la sparizione di una meraviglia, il venire meno dell’entusiasmo, la sparizione della scintilla iniziale che ci aveva spinto in uno dei tanti metaversi online, l’emergere di una stanchezza crescente legata alla insoddisfazione sperimentata nelle tante interazioni digitali che caratterizzano la nostra vita online. Non ci sono soluzioni all'orizzonte, ma semplici tentativi di fuga o di costruire forme alternative di stare insieme, dentro e al di fuori delle piattaforme tecnologiche. Una di queste forme alternative è rappresentata dai 𝐅𝐀𝐋𝐎' 𝐃𝐈𝐆𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈 𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐅𝐄𝐃𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 o da iniziative che a questi concetti si richiamano.
Siamo ciò che ci plasma (?)
Ti sei mai chiesto se stai ancora scegliendo con la tua testa o se hai semplicemente imparato ad adattarti? La velocità ci ha resi superficiali. L'abbondanza ci ha tolto profondità. Ci somigliamo sempre di più, ma pensiamo sempre di meno. Abbiamo smesso di leggere, dubitare, ascoltare. Eppure il pensiero critico, la lettura e l'autenticità non sono scomparsi, sono solo più difficili da trovare. L'importante è essere consapevoli di non aver perso la propria coscienza.
Figure del progetto #1 – Intelligenza sprecata
Nel lavoro quotidiano — tra riunioni interminabili, gerarchie immobili e parole come “collaborazione” svuotate di senso — l’intelligenza delle pers...
Il valore della responsabilità nella comunicazione umana
In un mondo in cui la velocità rischia di travolgere la profondità, riportare attenzione alla responsabilità comunicativa è un atto controcorrente e rivoluzionario. Eppure è un atto alla nostra portata. Non c'è bisogno di fare grandi discorsi: basta iniziare dalle piccole interazioni quotidiane. Dalla prossima riunione. Dal prossimo messaggio. Dal prossimo conflitto. Dai figli.
La scuola da ripensare: la protesta degli studenti tra modello tradizionale e metodo Montessori
La vicenda della maturità “muta” rappresenta molto più di una bravata mediatica: è il campanello d’allarme di una generazione che chiede una scuola migliore. Una scuola che formi senza far soffrire inutilmente, che educhi senza mortificare. Gli studenti hanno lanciato un messaggio coraggioso, pagando di persona (rischiando la bocciatura) per dare voce al disagio loro e di molti compagni. Spetta ora alle istituzioni dimostrarsi all’altezza, abbandonando rigidità autoritarie e aprendo le porte a un dialogo costruttivo.
Lampedusa: Porta d’Europa o fuga dalla realtà?
Ogni viaggio ha una sua verità che racconta frammenti di svago o momenti trasformativi di vita.
Sollevatevi, europei, sollevatevi!
L'Europa trema sulla soglia del suo stesso divenire, stretta dalla mano gelida della paura eppure chiamata, inesorabilmente, verso l'orizzonte delle sue promesse. Questa non è l'ansia effimera di una notte insonne: è il terrore esistenziale che si insedia quando l'ordine familiare cede, quando le certezze di prosperità, pace e progresso sono scosse dalla guerra ai suoi confini, dalle crescenti ondate migratorie, dall'incessante calcolo dell'inflazione e del debito, e dal sospetto tormentoso che i motori della democrazia stiano funzionando a tempo debito.
Intelligenza artificiale, Peer Review (revisione paritaria) e attività scientifica umana
La peer review, o revisione tra pari, è il processo che governa da tempo la pubblicazione dei lavori (paper) scientifici. Si tratta di un metodo cruciale per la valutazione dei lavori scientifici che coinvolge esperti del settore, i cosiddetti revisori, nell’analisi e nella valutazione critica del lavoro scientifico sottoposto per la pubblicazione su una rivista scientifica. Questo processo garantisce la qualità, la validità e l'affidabilità dei risultati scientifici.
Il pensiero soffocato
Alla domanda su dove andare per trovare pensieri non convenzionali, non saprei come rispondere. A chi mi chiedesse di indicare piattaforme o canali liberi da slogan politico-commerciali e da semplici opinioni, non saprei fare alcun nome.
Non esiste niente di serio?
Molti vivono le loro vite come un gioco. Forse l’intera vita è tutta un gioco, quindi hanno ragione loro. Se hanno ragione, coloro che sono seri e contrari al gioco, stanno in realtà giocando anche loro. Alcuni forse stanno operando per rendere il gioco un po’ più serio.
LET'S NOT BE TOO ACADEMIC: How Pragmatism Becomes An Ideology of Collapse
C'è un certo tipo di agente del cambiamento – entusiasta, agile, impegnato e non gravato da molta teoria – che, di fronte alla complessità concettuale, la liquida con un'irritazione sottilmente velata: "Non siamo troppo accademici". Come se la chiarezza fosse un ostacolo, il pensiero un peso, la teoria un lusso, la profondità una distrazione. Questo filisteismo signorile si maschera da umiltà ma funziona come anti-intellettualismo dogmatico: un rifiuto della filosofia in nome dell'azione, un rifiuto del rigore in nome della rilevanza. La frase non è innocente. È il biglietto da visita di un ripiegamento epistemico e morale che ha autorizzato un danno enorme: alla natura, alle persone e alla verità stessa.
Deriva filosofica. Per una pratica del pensiero come dislocazione.
Quando la filosofia si emancipa dalla sua funzione sistematica e si espone all'instabilità radicale dell'esperienza, si configura come un gesto eminentemente disorganizzante. Non più disciplina ordinatrice del sapere, non più metalinguaggio di fondazione, ma esercizio che intacca le regole di legittimità del discorso e dissolve le architetture cognitive con cui il reale si presenta come stabilizzato. La filosofia, in questa accezione, non è una lente che chiarifica, bensì una forza che agisce come sabotaggio delle evidenze: disfa le costellazioni semantiche, distorce le coordinate abituali, apre faglie nell'ordine del sensibile e del dicibile.
Sapere e sapori
La fame è un 'patire' e questa 'passione' rivela che noi siamo innanzitutto una manifestazione del corpo e la fame è la forma della nostra esistenza. Una fame che può essere rivolta al cibo, al sesso, al mondo, al trascendente, perché se la fame è ciò che ci incalza è anche ciò che ci spinge verso direzioni diverse che siano in grado di soddisfare il nostro desiderio. Una volta appagata, la fame torna di nuovo, sempre. Siamo vivi fino a quando abbiamo fame dell'altro da noi.
L’insegnante illuminato: oltre l'obbligo, dentro la vocazione
In un tempo in cui la scuola rischia di diventare sempre più tecnica, burocratica, schiacciata da valutazioni, performance e programmi da “portare a termine”, emerge forte il bisogno di rimettere al centro l’umano. L’educare non può ridursi a trasmettere saperi: è un incontro tra persone, è relazione, è costruzione di significati.
Il peccato originale dell'Europa
C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'attuale momento storico. Mentre i nostri smartphone ci connettono al mondo e la medicina allunga la vita, l'Europa sceglie di investire massicciamente nel riarmo, ignorando milioni di giovani senza certezze e un tessuto sociale che si sta logorando. Ogni missile comprato è un reparto di oncologia negato, ogni aereo una borsa di studio persa. Questa è la cruda realtà di una politica che, in nome della "sicurezza", disinveste nell'unica vera garanzia per il futuro: il benessere collettivo.
Figure del progetto (alpha release) – Uccidere il mostro, senza uccidere il progetto.
In un panorama editoriale dominato da manuali prevedibili e linguaggi stanchi, Office Monsters: A Survival Guide to Corporate Madness emerge come un’opera necessaria. Martin Eppler e Andri Hinnen compongono un bestiario contemporaneo che mette in scena i mostri interiori, relazionali e sistemici che infestano le organizzazioni. Dalla Yes Yeti al Project Zombie, ogni creatura rappresenta un archetipo comportamentale tanto grottesco quanto riconoscibile. Con uno stile ibrido – tra saggio illustrato, manuale narrativo e mappa mentale – il libro offre uno strumento per nominare l’assurdo senza accusare, per diagnosticare il disfunzionale senza moralismi. L’ironia diventa dispositivo critico, il linguaggio un antidoto alla stupidità sistemica. In questo articolo ne esploriamo struttura e potenza, immaginando un PMO non come bunker operativo, ma come tenda da campo per domatori di mostri. Perché nelle organizzazioni moderne, il vero coraggio non è uccidere il mostro, ma imparare a conviverci senza farsi divorare.
La forma che muta. Identità fluide e resistenza agli stereotipi occidentali
Questo testo non nasce da simpatie geopolitiche né da automatismi ideologici. Non è un’adesione al modello russo, né un attacco indiscriminato a singole culture nazionali. Ma è necessario dirlo con chiarezza: gran parte dell’immaginario contemporaneo sull’identità, sulla coerenza personale, sulla “realizzazione di sé”, è stato modellato da una triade di potenze — Stati Uniti, Regno Unito, Israele — che hanno trasformato le proprie vicende storiche in categorie universali, esportandole come modelli globali.
La critica del "pappagallo stocastico"
La critica del "pappagallo stocastico", introdotta da Emily Bender, Timnit Gebru e colleghi nel 2021, è diventata il quadro dominante per respingere le capacità cognitive dell'IA.
Costituzione vs. Algoritmo: Chi Scrive le Regole del Nostro Futuro
Il Leviatano Digitale: Come Riscrivere il Patto Sociale Prima che sia un Codice a Farlo per Noi. Immaginiamo una scena, non più relegata alla fantascienza. Un candidato politico, nel mezzo di una campagna elettorale serrata, viene travolto da un video virale in cui pronuncia frasi sconnesse e offensive. Il video è un deepfake, un falso quasi perfetto, ma il danno all’autorevolezza e alla fiducia è reale e immediato.1 Ora immaginiamo un’altra scena, più silenziosa ma non meno insidiosa. Un’azienda implementa un nuovo algoritmo per le assunzioni, celebrato come un trionfo di efficienza e oggettività. Mesi dopo, si scopre che il sistema scarta sistematicamente le candidature femminili, avendo “imparato” a replicare i pregiudizi presenti nei dati storici con cui è stato addestrato.
Siamo Davvero Liberi di Non Scegliere?
La Grande Illusione: Quando l’Indifferenza Cede il Passo al Controllo La sveglia suona alle 6:30. Occhi ancora chiusi, allunghi la mano verso lo smartphone. Un gesto automatico, quasi inconsapevole. Non sai che in quel preciso momento, un algoritmo ha già analizzato il tuo sonno, previsto il tuo umore e selezionato le notizie che leggerai durante la colazione. Non ci pensi, non ti interessa. È solo tecnologia che funziona, giusto?
Intelligenza artificiale e panico concettuale
Ogni pochi decenni circa, la filosofia si ritrova brevemente rispolverata e invitata a tornare in buona compagnia – non per affetto, ovviamente, ma perché qualcosa nel sistema è andato storto. L'intelligenza artificiale, a quanto pare, ha scatenato una sorta di panico concettuale: la consapevolezza che le graziose parentesi che circondano conoscenza, significato e soggetto stanno perdendo, e nessuna strategia di innovazione sembra riuscire a fermare il flusso. Gli algoritmi hanno superato i framework, e così i filosofi vengono convocati, come vigili del fuoco a cui viene chiesto di spiegare la struttura molecolare del fumo.
Abitare la casa
La casa nelle antiche tradizioni aveva un significato che oggi si fa fatica a comprendere a causa della mentalità tecnicista e riduttiva che abbiamo assorbito: i riti fondativi nelle varie culture arcaiche sono un esempio dell'importanza che si dava all'avvenimento costituito dalla costruzione di una casa.
Il potere dell’immagine
Nell’epoca delle immagini generate dall’intelligenza artificiale, l’esperienza visiva si confronta con una realtà nuova, simulata, ma perfettamente credibile. Chi le genera non si limita a rappresentare il mondo, ma ne orienta la percezione, influenzando ciò che riconosciamo come vero e ciò in cui siamo disposti a credere. Qual è, oggi, la riflessione sul potere di chi produce immagini?