La realtà è sopravvalutata: lo dice Alfredo Gatto intervistato da Carlo Mazzucchelli
Che cos’è reale? Da Platone a Foucault, dalla fisica quantistica al Marvel Cinematic Universe, Alfredo Gatto sfida l’idea che la realtà sia un dato oggettivo e immodificabile. La realtà – o almeno, questa realtà – non ci basta più. Per questo la scienza e la letteratura, l’arte e la filosofia non si limitano a descriverla, ma ne dilatano i confini. È un viaggio attraverso le frontiere della conoscenza, per ripensare i limiti della nostra esperienza e aprire le porte di una nuova filosofia del multiverso. Un saggio radicale e sorprendente, che ci invita a mettere in discussione il confine tra reale e immaginario. Una intervista dialogante di Carlo Mazzucchelli con il filosofo Alfredo Gatto.
Il modello interstiziale
Le organizzazioni ci appaiono lisce, rifinite. Ma sono invece rugose, segnate da crepe e fenditure. A questi luoghi di solito ignorati dalla ricerca bisogna guardare. Le possibilità di cambiamento e di reale presenza umana stanno negli interstizi. (Questo testo è stato scritto, per quanto ricordo, attorno al 1995. E' stato pubblicato l'1 gennaio 1998 sul sito www.bloom.it, e cioè nel momento in cui il sito ha preso vita).
Architetture della paura tra case, corpi e profili digitali.
Ogni città parla con la propria paura. Lo fa in silenzio, nei dettagli che riempiono lo spazio urbano: sbarre alle finestre, cancelli chiusi, telec...
Il mito del saggio sull'intelligenza artificiale "eccellente"
La prosa dell'intelligenza artificiale scivola con la serenità di qualcosa che non ha mai dubitato di se stesso. Il pericolo non è che gli studenti che usano per i loro scritti l'aiuto di una IA presentino come proprio il suo lavoro, ma che gli insegnanti lo ammirino davvero.
Amazon, intelligenze artificiali e posti di lavoro
Per motivi puramente economici e organizzativi, di riduzione dei costi e aumento del profitto, non certamente per lanciare un messaggio a quanti continuano a insistere che l’intelligenza artificiale creerà milioni di posti di lavoro, Amazon ha iniziato a usare la scure per tagliare posti di lavoro.
Resisting the Technos-Solutionists
GET OVER THE DEBATE "LEFT" AND "RIGHT" - IT'S THE BIO - ECOLOGISTS RESISTING THE "TECHNOS-SOLUTIONISTS"
Metamorfosi e alchimia: sulla Stultifera Navis con Werner Herzog e Anselm Kiefer
Un testo che è maturato nella mia mente durante il mio ultimo viaggio. Non ho trovato nessun articolo in rete sull'accostamento tra Herzog e Kiefer, e chatGPT e altre IA generative non sono state di nessun aiuto, nel senso che non le ho consultate. Quindi ho lavorato "alla vecchia maniera", cercando le citazioni, i riferimenti e i testi che mi servivano, andando a scovare nel mio percorso di scrittura e viaggio conoscitivo somiglianze e differenze. Mi sono divertita un mondo, anche se mi ha preso del tempo. Contenta di condividere questo mio racconto con gli amici e i visitatori della STULTIFERANAVIS. Buona lettura
L’eco e la risonanza. Sulla vanità digitale e la miseria del pensiero riflesso.
Tutti parlano, pochi ascoltano e quasi nessuno pensa. Sui social, l’intelligenza non serve: basta l’algoritmo giusto. Ogni citazione diventa trampolino, ogni riflessione pretesto, ogni nome un appiglio per scalare la gerarchia dell’attenzione. Dove un tempo si cercava il dialogo, oggi si collezionano “visualizzazioni” come trofei. E il sapere, ridotto a sfondo decorativo, serve solo a lucidare l’ego. Questo testo non è un lamento: è un piccolo esperimento antropologico sulla vanità digitale, quella che ci rende meschini non perché cattivi, ma perché disperati all’idea di non essere visti.
Le nuove tabulae: quando il documento diventa digitale davvero
Ciò che io scrivo non può essere “inventato” da un’intelligenza artificiale, perché è il prodotto di un percorso tecnico e cognitivo reale, accumulato nel tempo... In Italia si parla molto di intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, ma troppo poco di intelligenza umana. Abbiamo archivi, norme e strumenti maturi da anni, eppure continuiamo a stampare file nati digitali come se la carta fosse garanzia di verità. La vera innovazione è liberare la PA dal culto della procedura. Le nuove tabulae non sono più tavolette di cera ma piattaforme digitali: per trasformarle in strumenti di fiducia serve meno tecnologia e più lucidità, meno automazione e più pensiero critico.
Legge 132/2025 sull'Ai: linee guida per lo sviluppo, il controllo e gli investimenti.
Riflessioni e considerazioni sulle linee guida per lo sviluppo, il controllo e gli investimenti nella legge italina 132/2025 sull'Intelligenza Artificiale.
Intelligence e metodo - una prospettiva critica
Il rapporto tra intelligence e metodo è una delle questioni più delicate e al tempo stesso più trascurate nella riflessione sul funzionamento delle istituzioni preposte alla sicurezza. Un approccio critico non è solo utile, ma indispensabile per affrontare la crescente complessità degli scenari internazionali, come mostrano i recenti fallimenti delle agenzie e le loro conseguenze: un effetto domino disastroso sotto gli occhi di tutti.
La nave dei folli, metafora dei nostri tempi!
Che il mondo tutto stia vivendo un periodo di follia è quasi una ovvietà, almeno per chi coltiva ancora uno sguardo critico ed è attraversato da una sensibilità umana, compassionevole, etica, sulle cose e sugli esseri viventi (compresi i tanti “pappagalli stocastici” che la stanno popolando) della Terra.
Cosa succede quando la cognizione umana si adatta alla logica temporale dei sistemi predittivi?
... Supponendo che qualcosa inizi, supponendo che l'inizio sia una cosa anche qui, in sistemi in cui gli inizi sono già rielaborati e assorbiti in cicli precedenti, quindi nel momento in cui noti che il pensiero sembra più veloce è perché la lentezza è già stata sollevata e analizzata, e quella rimozione è stata valutata come un miglioramento, o rinominata come riduzione della latenza, o segnalati come inefficienza ed eliminati attraverso protocolli di allineamento che passano, reinseriscono, reindicizzano e sovrascrivono la traccia stessa di quello che una volta veniva chiamato ritardo.
Pensare con l'IA, pensare contro l'IA
Scrivere con l'intelligenza artificiale, pensare attraverso i LLM, usare l'esomente: è trasformazione generativa o alienazione? È possibilità di pensare in modo diverso o perdita di controllo? Può essere vissuta e interpretata in modi radicalmente diversi. E in questa divergenza apre un mondo di riflessioni: come stare nel presente, come fare critica strutturale del capitalismo digitale, come abitare la trasformazione senza né celebrarla né rifiutarla. Serve una posizione che non sia né luddismo né entusiasmo acritico. Una critica che sappia restare dentro per pensare tatticamente, che usi Marx, Gramsci, Fanon per smontare i nuovi rapporti di produzione, le nuove forme di alienazione, il colonialismo epistemico che l'AI sta consolidando. Perché l'intelligenza artificiale non è una tecnologia neutra: è l'infrastruttura materiale e simbolica di una nuova fase del capitalismo. E va guardata in faccia, con gli strumenti del pensiero critico. Pensare con l'AI per pensare contro l'AI. Senza fuggire.
Dal Capitalismo Comportamentale all’Economia della Fiducia: La Rivoluzione Silenziosa dell’AI
L’AI diventa Partner e non più Manipolatore Dal capitalismo comportamentale all’economia della fiducia: non più “ti osservo per venderti” ma “collaboro per capirti”. L’infosfera da campo di battaglia a spazio di fiducia. La rivoluzione silenziosa è già iniziata.
Il sacro e l’AI (POV #08)
Paolo Benanti e Francesco D’Isa: Che cosa resta del sacro, se l’AI diventa il “dio” a cui deleghiamo verità, senso e azione? Possiamo ancora parlare di mistero, trascendenza e immaginazione in un mondo in cui le macchine analizzano, prevedono, creano e riscrivono la realtà? Il nostro bisogno di dare un senso alle cose resiste davanti all’automazione, oppure finiamo per affidare tutto agli algoritmi? Stiamo davvero costruendo nuovi dei a cui credere oppure semplicemente nuovi strumenti da usare? Ho scelto due voci autorevoli del dibattito italiano, internazionale. Paolo Benanti è un teologo francescano, consulente del Vaticano e studioso di etica delle tecnologie. Francesco D’Isa è filosofo, uno degli autori italiani più interessanti sul ruolo dell’immaginazione e dei simboli nella società di oggi. Di fronte all’intelligenza artificiale, sia Benanti che D’Isa condividono la stessa preoccupazione: dobbiamo evitare di cadere nella “tecnofede”, cioè nell’idea che la tecnologia sia una specie di “salvatore” o “dio”. Tuttavia, si dividono quando si parla del vero significato del sacro e del ruolo che l’essere umano può avere in questa nuova epoca.
I luoghi non luoghi di Internet ai tempi dell'intelligenza artificiale
Una riflessione personale sullo stato di salute di Internet, su quanto si è allontanata dalle sue origine e dalle sue stesse mitologie cyberpunk e libertarie, si come si è trasformata e su cosa è diventata. Una riflessione che parte dalla consapevolezza della rivoluzione delle IA e dalla rilettura del libro di Marc Augè sui non-luoghi.
La realtà non argomenta: accade
Una lettura fenomenologica di “Bullet in the Brain” di Tobias Wolff
L'educazione è agricoltura
“L’educazione dei bambini e delle bambine è agricoltura”: necessita di tempo, cura, impegno e passione, tutto quanto è indispensabile per poter giungere alla raccolta di frutti buoni e maturi.
Quando una parola può aprire la porta della connessione
“Guerra e Pace” era uno dei libri da studiare nel programma della scuola superiore. La nostra insegnante sapeva che pretendere di leggere l’intero libro sarebbe stata una richiesta irreale, quindi ci ha proposto di guardare un film tratto dal libro.
Otto miliardi di intelligenze umane sulla Terra, poche AI, tutte in lotta tra di esse
Le intelligenze umane sono miliardi, eppure lo storytelling dominante che fa la realtà da tutti percepita è tutto centrato su poche intelligenze artificiali, per di più in eterna competizione tra di esse.
Solo i tecnomiliardari hight tech scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui
Segnalo un libro di Douglas Rushkoff, noto studioso e popolare divulgatore sui temi dell'innovazione e dell'hi-tech, riceve un singolare invito: nel libro racconta come in cambio di un'ingente somma, sia richiesto di raggiungere una località segreta nel deserto per fornire una consulenza a cinque delle persone più ricche del pianeta, che intendono verificare la bontà dei diversi piani di fuga da loro elaborati in vista di quello che chiamano l'Evento, la catastrofe che, ne sono sicuri, sta per abbattersi sul nostro pianeta.
Il culto dell’incompetenza artificiale. Ovvero: perché paghiamo per strumenti che ci fanno lavorare di più.
A volte il pensiero critico non serve a distinguere il vero dal falso, ma il lecito dal dicibile. In certe aziende — come in certi tempi — si misura la fedeltà di un dipendente non dal lavoro che fa, ma da ciò che evita di pensare. Mi è capitato, anni fa, di firmare un contratto che vietava di scrivere articoli sull’open source. Un modo elegante per ricordarmi che la libertà di pensiero è sempre proprietaria. Da allora ho imparato a riconoscere la stessa logica ovunque: nelle piattaforme che ti chiedono di “ottimizzare il tempo”, negli algoritmi che pretendono di “aiutarti a pensare”. Questo saggio nasce da lì — da quella piccola amputazione volontaria — e dall’intuizione che l’intelligenza artificiale, oggi, ripropone su scala planetaria lo stesso meccanismo: ti offre libertà solo se resti dentro la sua gabbia semantica.