Il futuro che abbiamo rincorso per buona parte del ventesimo secolo è finalmente arrivato: oggi la tecnologia a nostra disposizione ci permette di essere sempre connessi e di avere a portata di mano ogni tipo d'informazione, in qualunque momento. Ma qual è stato l'effetto sulle nostre vite di questa incredibile compressione di spazio e tempo?
L'era dell'accesso totale ha un rovescio della medaglia che avevamo sottovalutato. I social network alimentano l'ansia di un costante "qui e ora" senza direzione e priorità, frammentato e distratto; le email e la messaggistica istantanea ormai sono un assalto.
E noi siamo sopraffatti da un illusorio presente continuo che ci sfugge sempre di mano. Douglas rushkoff firma uno dei migliori saggi degli ultimi anni sul rapporto tra tecnologia, società, cultura e vita quotidiana.
Autore
Douglas Rushkoff vive a New York ed è professore di Teoria dei Media ed Economia Digitale presso CUNY/Queens. È stato per anni consulente di grandi aziende dievntando una figura di culto della controcultura statunitense come teorico dei media e delle nuove tecnologie. I suoi studi spaziano alla piscologia all'antropologia dei media e suggeriscono idee e visioni su come operare all’interno della cultura digitale senza soffrire degli effetti negativi della tecnologia e delle transizioni causate dai nuovi media. Nuove tecnologie e nuovi media hanno creato secondo Rushkoff uno stato di sopravvivenza nella quale siamo chiamati ad agire proattivamente alfabetizzandoci digitalmente. Discepolo di Neil Postman è scrittore e documentarista oltre che commentatore televisivo della CNN sulle tecnologie digitali. Ha scritto una decina di libri tra i quali Present Shock: When Everything Happens Now, Program or Be Programmed: Ten Commands for a Digital Age, Digital Nation, Life Inc, Cyberia, Media Virus, Playing the Future, Get Back in the Box: Innovation from the Inside Out e Coercion. Tra i più letti Media Virus. In Life Inc descrive una economia che collassa sotto il proprio peso e economie alternative che puntano ad una società in grado di riacquistare valori reali e meno artificiosi.
Una breve recensione di Gianluca Passaro
Dalla pubblicazione della edizione originale dal titolo "Present Shock. When Everything Happens Now" sono trascorsi dieci anni, e qualcosa in meno dalla edizione italiana (Presente continuo, CODICE). Il titolo originale ed il titolo nella traduzione italiana di questo saggio di Douglas Rushkoff, saggio fondamentale nella analisi del rapporto tra comunicazione, tecnologia e società, e dunque lavoro e mercato, sono perfettamente simmetrici perché mettono l'accento, rispettivamente, sui due poli di un ragionamento che diventa narrazione:
- da un lato la "scossa", anche emotiva, associata al hashtagcambiamento generato dall'economia della informazione,
- dall'altro la fluidità, il relativismo come effetto profondo sulla società e le sue connessioni, come prodotto cioè di questo cambiamento.
Causa ed effetto, shock e continuità della percezione del tempo che progressivamente si ferma a "ora" e "adesso", sono le chiavi di lettura di un nuovo relativismo che non riguarda solo l'individuo ed i suoi comportamenti (anche economici) ma coinvolge i sistemi organizzativi, il modo di pensare il business e l'economia.
Douglas Rushkoff insegna Teoria dei Media ed Economia Digitale alla Central University di New York, dove ha fondato il Laboratorio per l'Umanesimo Digitale. Per chi voglia approfondirne la conoscenza e l'attualità del suo pensiero, nonché il suo manifesto "Team Human", rinvio a: https://rushkoff.com
Al consiglio di lettura delle sue intuizioni sul relativismo, effetto sulla società della economia digitale, comuni a tanti ma che pochi hanno saputo formalizzare come Rushkoff, aggiungo due brevi considerazioni nella prospettiva di quello che mi piace analizzare ed in un possibile riflesso operativo di quanto questa lettura ha insegnato a me - da qualche anno.
La prima considerazione riguarda la hashtagformazione.
Atteso che Presente continuo non è un libro sulla gestione del tempo, la visione che propone impatta fortemente sul processo formativo in azienda. Se la performance aziendale è "chiusa" sul presente dalle urgenze sollecitate dalla digitalizzazione, quale sarà l'orizzonte dei contenuti, degli obiettivi e degli effetti della formazione aziendale?
La seconda riguarda l'attualità della hashtagintelligenza artificiale .
Tutto il dominio semantico della "pervasività" della intelligenza artificiale può considerarsi ormai esplorato, a parole, mentre per analizzarne gli effetti ad esempio in tema di hashtagorganizzazione delle funzioni aziendali e dunque la nuova possibile "forma" di una azienda, è ancora presto. Tuttavia, la chiave di lettura offerta dal Presente continuo di Rushkoff può forse rappresentare un riferimento: l'AI può, o deve, rappresentare una opzione di "delega"? L'AI, almeno nella disponibilità attuale, è strumento di gestione della hashtagconoscenza o per la sostituzione della hashtagcompetenza?
Recensione di Carlo Mazzucchelli
(Tratta dal libro di Carlo Mazzucchelli: Nei labirinti della tecnologia - Bibliografia ragionata tra nuove e vecchie forme di tecnofilia e tecnofobia!)
Il titolo del testo (in inglese Present shock) richiama Future Shock di Alvin Toffler e il suo richiamo alle difficoltà che sempre nascono quando grandi cambiamenti si susseguono in un breve periodo di tempo. La velocità di fuga della tecnologia ha trascinato tutti nel tempo presente. Tutti ne siamo in qualche modo consapevoli ma per capirne la sua realtà, gli effetti e le conseguenze servono nuovi orizzonti di senso e di conoscenza. Con il suo libro ricco di analisi e approfondimenti Douglas Rushkoff fornisce ai lettori lo strumento perfetto per capire meglio l'urgenza che guida le azioni presenti e le molte interpretazioni possibili della sparizione del tempo passato e futuro dentro quello presente.
"La nostra società si è riorientata verso il presente: oggi tutto è live, in tempo reale, senza un momento di tregua. Non si tratta di una semplice accelerazione, sebbene il nostro stile di vita e la tecnologia abbiano velocizzato i tempi delle nostre azione; si tratta piuttosto di un ridimensionamento di tutto ciò che non sta accedendo adesso, e dell'assalto di ciò che invece, almeno apparentemente, è il nostro presente più immediato."
Il riferimento del testo è ad Alvin Tofler che nel 1970 diede voce alle preoccupazioni di quanti si sentivano sopraffatti dai numerosi cambiamenti emergenti. Il libro di Rushkoff è meno allarmista e molto analitico perché cambiati sono i tempi e perché il futuro di cui Future Shock aveva trattato è oggi pienamente arrivato. Grazie alle nuove tecnologie tutti possono essere sempre connessi e interconnessi ed accedere, in ogni luogo e momento a qualsiasi tipo di informazione. Questo futuro, che ha compresso spazio e tempo, non è però arrivato senza effetti collaterali e conseguenze. I benefici e i vantaggi hanno un loro rovescio della medaglia molto sottovalutata e che deve essere compresa nel suo manifestarsi nella forma di ansia, frammentazione del Sé, distrazione e difficoltà a concentrarsi e sparizione sia del passato sia del futuro. Con il suo saggio l'autore non si occupa semplicemente di tecnologia, il suo è un viaggio di tipo culturale e sociale alla ricerca dei significati più profondi della nostra interazione con la tecnologia.
Il libro è suddiviso in cinque sezioni (Collasso narrativo, Digifrenia, Sovraccarico, Fractalnoia, Sognare l'apocalisse) , ognuna focalizzata sull'analisi di singoli cambiamenti ma tutte strettamente inserite nel tema principale del testo legato a esperienze quotidiane sempre più legate al presente e a quello che succede ora, nel breve tempo della Rete che impedisce approfondimenti, rimandi, visioni e narrazioni.
Nel tempo presente abbiamo perduto la capacità di assorbire e trarre vantaggio dal passato, un tempo ricco di narrazioni e significati sempre attuali ma che abbiamo sostituito con racconti e messaggi brevi, cinguettii, video e immagini. Sempre più orientata al presente, la nostra società non guarda più avanti, ma aspira al tempo reale e all'immediatezza. Non si tratta di fare le cose più veloci ma di ridimensionare tutto ciò che non sta accadendo ora. A vivere nel presentismo corrente non sono solo gli individui e i consumatori di gadget tecnologici (consumismo usa e getta che assegna più importanza al click dell'acquisto online che all'oggetto acquistato) ma anche la politica, che si esprime sempre più spesso con slogan e affermazioni brevi e adattate al mezzo tecnologico, ma soprattutto avendo perso il legame con verità ed esperienze storiche e la capacità di costruire e proporre nuove visioni future.
Uno degli effetti di questa vita nel qui e ora è chiamato da Rushkoff digifrenia (la spinta tecnologica ad essere in più posti nello stesso istante) una situazione di caos mentale che produce ansia, distrazione e distacco dalla realtà, in particolare a persone che sono ancora analogiche e che non dispongono di tutti gli skill necessari a navigare i territori digitali. Sono persone che non possono non rispondere al tempo presente dello squillo del loro smartphone e che hanno perso la capacità di valutare adeguatamente l'importanza di ogni interazione tecnologica o contenuto digitale. Gli effetti del tempo presente, descritti come fractalnoia (il tentativo di dare a ogni cosa un significato presente), si manifestano in tutte le generazioni e in particolare in quelle i nativi digitali alla ricerca dell'eterna giovinezza, della comunicazione trasformata in messaggi marketing e della relazione intesa come connessione e interazione continua, alla ricerca di gratificazioni e di Like.
Lo shock da tempo presente, non è necessariamente imputabile alla tecnologia ma piuttosto alle scelte che ognuno fa nell'utilizzarla e nell'accettare di essere trasformati in semplici algoritmi e profili digitali che finiscono per essere gestiti dal tempo della macchina e dai proprietari delle piattaforme tecnologiche, alla continua ricerca di tornaconti e guadagni economici e commerciali. Questo shock trova nelle parole dell'autore una vitalità sua propria che suggerisce di continuare la lettura e di proporla a figli, nipoti e nativi digitali. La vitalità deriva dall'aver abbandonato le ideologie contrapposte che solitamente accompagnano gli utilizzatori della tecnologia per suggerire innumerevoli spunti di riflessione sull'era digitale utili a capire se il presente attuale è il futuro che avevamo previsto e atteso o semplicemente il punto di arrivo di una visione senza più respiro, privata di ogni nuovo futuro o di un futuro migliore.
Il presente percepito come l'unico tempo da vivere non è un tempo della maggiore consapevolezza e serenità. Al contrario è un tempo fatto di distrazione in aumento, di realtà e verità ignorate, di crescente difficoltà ad uscire dalla improvvisazione per dare forma a nuovi progetti e programmi, di incapacità a trovare punti di ancoraggio stabili in ogni qui e ora, sempre superati dall'assalto istintuale di nuovi impulsi e imposizioni simultanee.
Nell'ultima sezione del libro, l'autore cerca di suggerire quali approcci usare per evitare l'apocalisse e per regolare le aspettative individuali in un mondo che ha cancellato il futuro e quindi anche la capacità di misurare i progressi e la volontà di impegnarsi per un futuro diverso. Per farlo bisogna praticare l'arte antica della pazienza. La lentezza e il saper prendersi delle pause favoriscono la riflessione e il pensiero, il recupero dei ritmi naturali che un tempo definivano la biologia e la psicologia umana e la ricerca di un nuovo equilibrio non dettato dalla tecnologia.
Il libro di Rushkoff non contiene analisi semplicistiche. I concetti espressi sono originali e sempre approfonditi. L'approccio è divulgativo ma alcune tematiche sono complesse e richiedono una lettura attenta. Fortunatamente lo stile della scrittura rende divertente, facile e coinvolgente la lettura.
Il libro di Rushkoff non avrebbe potuto essere scritto con una serie concatenata di cinguettii. Così come lo scrittore si è preso molto tempo per scrivere il suo libro, il lettore è chiamato a prendersi tutto il tempo necessario resistendo all'assalto di richieste rivolte alla sua attenzione, a "creare uno spazio sicuro per la riflessione senza interruzioni, a dare ogni momento nè più nè meno il valore che si merita, di tollerare l'incertezza e resistere alla tentazione di creare collegamenti e conclusioni quando è troppo presto."
Imparare a premere il tasto di pausa nel qui e ora del presente continuo dell'immediatezza e della simultaneità significa poterlo fare anche per sempre nuove ripartenze. Un modo per ricominciare creando nuovo futuro.