Storie d'amore
Anno:
2012
Casa editrice:
Donzelli

Storie d'amore


"Essere una psicoanalista significa sapere che tutte le storie finiscono per parlare d'amore".

Julia Kristeva spiega così l'origine di questo libro, ormai divenuto un classico. Il dolore che i pazienti confessano è sempre generato da una mancanza d'amore, sia essa presente o passata, reale oppure immaginaria.

E se una possibilità c'è, per chi si pone all'ascolto, di intercettare e intendere questa sofferenza, essa è legata solo alla scelta di condividere quel senso di smarrimento che l'amore sempre mette in scena, dando così all'altro la possibilità di comporre il senso della propria avventura. "Storie d'amore" si confronta così con tutte le forme dell'amore: dall'agape cristiana all'amore sessuale, dall'amore fraterno a quello dei genitori verso i propri figli. Kristeva analizza quale sia la natura di questo sentimento, tanto vasto e universale, attraverso le sue molte manifestazioni: da Platone a san Tommaso, da Romeo e Giulietta a Don Giovanni, dai trovatori a Stendhal, dalla Madonna a Baudelaire o a Bataille.

L'amore come figura delle contraddizioni insolubili, laboratorio del nostro destino: come se tutta la storia umana non fosse che un immenso e permanente transfert. Un'appassionata difesa dei sentimenti in un discorso che a partire dal metodo della psicoanalisi attraversa il pensiero, la letteratura, l'arte dell'Occidente, arrivando al cuore di tutti noi.


L'amore ha bisogno di segreti, Facebook è solo performance

Un articolo di Carlo Mazzucchelli pubblicato su  SoloTablet nel 2011

In libreria un saggio di Julia Kristeva che raccoglie una serie di storie d'amore ma che è occasione di riflessioni su come sono cambiate le relazioni delle persone e il modo di raccontarle nell'era di Facebook, di Twittere e del Mobile.

In un presente caratterizzato da social network come Facebook e Twitter e da comunicazioni e relazioni diffuse, rese possibili da dispositivi smartphone e tablet e dalle nuove tecnologie mobili, può essere utile dedicare un pò di tempo alla lettura del saggio che una psicanalista di 71 anni ha dedicato all'amore nel tempo della tecnologia.

Il nostro rapporto con la tecnologia al tempo di Facebook non è lineare. Il social network ci appare come una promessa liberatirice di nuove potenzialità perchè capace di moltiplicare le nostre relazioni possibili ma anche come una minaccia che rischia di annientare relazioni e sentimenti.

L'autrice fonda le sue riflessioni nella tradizione del pensiero greco, ebraico e cristiano per sostenere che difficilmente il mondo che verrà sarà ancora innamorato come lo era nella tradizione il mondo amoroso della mitologia greca e del Cantico dei Cantici.

Il mondo è cambiato ed è diventato più tecnologico. Le tecnologie di Internet e dei social network offrono sicuramente nuove ed interessanti esperienze personali e sociali perchè sono ricche di nuove potenzialità e promesse, " ma l'iperconnessione  e la velocità dei contatti ci trasforma in semplici terminali di una comunicazione che esclude la profondità della vita psichica, quella che chiamiamo la vita interiore".

"Storie D'amore di Julia Kristeva ( trad. di Mario Spinella) Donzelli Editore - Euro 32 - Pag 356"

Senza demonizzare la tecnica, l'autrice valuta i comportamenti diffusi di fronte ad essa ed osserva come le nostre scelte vadano spesso nella direzione delle soluzioni più semplici e immediate, prediligendo le performnace ad un utilizzo strumentale più intelligente ed attento di strumenti tecnologici potenti ma ambigui e non più sotto il nostro controllo.

Internet, Twitter, il mobile, favoriscono la comunicazione ma nella sua componente mercantile, di non-relazione. Vengono prodotti oggetti del desiderio che annullano ogni forma di relazione profonda esistente tra le parti comunicanti. Aumenta la rapodotà dei contatti e la velocità della comunicazione ma viene annullata la dimensione corporale e fisica, l'esperienza sensuale e la profondità psichica. "L'uso sfrenato e dissennato delle nuove tecnologie minaccia i sogni, i fantasmi, la relazione con l'altro e tutte le diverse dimensioni della soggettività".

La tecnologia crea assuefazione, trasforma il virtuale in reale, rende evanescente e liquido il corpo e la memoria e rischia di schiavizzare gli individui senza che essi ne siano completamente coscienti. La comunicazione accelerata e abbreviata nei 140 caratteri di Twitter e negli schermi limitati dei dispositivi mobili, impoverisce il linguaggio riducendolo ad una semplice sequenza di stereotipi prefabbricati e superficiali. Da questi brevi messaggi è difficile che possa nascere un racconto ma il racconto è proprio l'antidoto che servirebbe agli assuefatti dei social network e dai cinguettii della rete.

I molti racconti che si trovano in rete e su facebook non sono racconti ricchi di esperienze e trame complesse. Sono più frequentemente semplici manifestazioni di "un narcisismo figlio dell'ebbrezza della trasparenza assoluta, una trasparenza illusoria che rischia di eliminare la profondità e il segreto" che sempre definisce i contorni di una relazione, amicale, amorosa ecc.

La visione pessimista dell'era tecnologica che viviamo non è condivisa da tutti ed anzi alcuni autori stanno sperimentando con successo la scittura e il racconto fatto anche con semplici cinguettii. Per Julia Kristeva anche coloro che dedicano gran parte del loro tempo a relazioni superficiali in internet, dovrebbero riprendere i miti della tradizione per trovare nuove parole, nuove  immagini e figure retoriche utili a raccontare una relazione ed una esperienza per le quali non sempre disponiamo delle parole adatte, neppure su Facebook!

Non bisogna semplicemente copiare o citare frasi più o meno comprese perchè trovate grazia a Google,  ma è necessario reinventare, " perchè il Don Giovanni di Internet, non è certo il Don Giovanni di Kirkegaard e di Mozart. Il valore del Don Giovanni di Mozart ma anche del Romeo e Giulietta di Shakepeare sta nella loro insostituibilità come miti che possono introdurre la dimensione dell'immaginario nell'universo asettico e preformattato delle nuove tecnologie ( il technium di Kevin Kelly).

"Sono miti che ci consentono di rendere più complesso e quindi poù umano il mondo dell'iperconnessione".

Buona lettura!

* Le frasi tra virgolette sono tratte da una intervista dell'autrice al giornale La Repubblica"

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