Loredana Di Adamo. Dott.ssa in Filosofia Teoretica e Psicologia Clinica e della Riabilitazione ad orientamento fenommeologico. Ha studiato con il professore Riccardo Dottori, allievo di Martin Heidegger e assistente di Hans-Georg Gadamer, con il quale ha potuto formarsi al pensiero fenomenologico e all’ermeneutica. Ha svolto attività di docenza negli Istituiti Professionali della Provincia di Roma e Latina. Si occupa di sostegno genitoriale e familiare nell’ambito delle vulnerabilità del neurosviluppo e dell’età adulta, con un progetto che unisce la filosofia alla clinica in una modalità dialogica aperta. Svolge la sua attività libero professionale e cooperando con i Servizi di Salute Mentale e con diverse associazioni del Terzo Settore. Si adopera per il rinnovamento dei saperi e delle esperienze di cura con il rilancio della filosofia nella clinica (in uscita ad aprile 2025 una pubblicazione presso L'università degli studi di Firenze). Svolge attività di formazione presso le Università per la diffusione dell’orientamento fenomenologico nella clinica e per la divulgazione dei valori della Riforma paichiatrica. È autrice del libro Filosofia e clinica. Un nuovo approccio all'autismo di livello 1 e alla neurodiversità, Negretto, Mantova 2022 con la prefazione di Ernesto Venturini Ha curato la postfazione del libro di Paola Pierantoni, Beppina. Viaggio nella condizione delle donne e nei manicomi di inizio ‘900, Erga, Genova 2024 È autrice del libro Della cura. Studi fenomenologici e salute mentale, Negretto, Mantova 2024, con la prefazione del professore Natale Calderaro e con un contributo del professore Eugenio Borgna Lavora a Roma, Pomezia ed è attiva anche su piattaforma on line loredanadiadamo@hotmail.it

Dalla nave dei folli alla chiusura del Manicomio. La divulgazione oggi assente nelle scuole e nelle università

Da questa follia non si può guarire, della nave non si può fare a meno: questa era l’opinione a fondamento di un agire teso a liberare la società dal male, e questo, purtroppo, è l’orizzonte di senso che sembra stia tornando ad animare la nostra contemporaneità e le esperienze di cura. Per tale ragione, è importante ripensare la formazione e tornare a ragionare insieme ai giovani su cosa sia la fragilità dell’esistente e su cosa vogliamo sia la cura.