Memoria umana e documanità

Il filosofo Ferraris sostiene da tempo una visione del futuro come radicale cambiamento rispetto al passato per la capacità che ci è data di registrare (documentare) ogni cosa. Grazie alla tecnologia digitale, una registrazione è oggi alla base di ogni comunicazione e interazione, tutto ciò che è registrato diventa sociale. Anche perché più che parlare, oggi scriviamo, più che telefonare, chattiamo e messaggiamo. Tutto questo sta determinando l’emergere di una nuova umanità, una documanità, il risultato di una evoluzione di uomini documentali che attraverso la tecnica hanno sempre lasciato tracce di sé, come Homo faber prima ancora che come Homo sapiens.

Viaggiare e pensare

Il viaggio in generale (ma anche il camminare) è metafora potente del pensare. Almeno per me.

Umani senza guida autonoma?

Altro che auto a guida autonoma (ma non doveva essere già qui?) dentro realtà digitalizzate, il futuro potrebbe vedere il mondo intero trasformato in videogioco. Un matrix computazionale e globalizzato, per chi ama la fantascienza distopica di Terminator o la trilogia Matrix dei fratelli Lana e Lilly Wachowski. Dentro il video-gioco, in forma di caverna e labirinto, gli esseri umani rischiano di vedere ciò che i sensori aptici e gli algoritmi faranno loro vedere, sentire e toccare, diventando sempre più parte di un meccanismo di automazione e sempre più automatizzati essi stessi.

Uman(istic)amente Tecnoconsapevoli

L’era è tecnologica, il contesto da cui partire è molto umano, oggi fatto di crisi ricorrenti e di interrogativi su un futuro contingente, imprevedibile, nonostante i grandi avanzamenti della tecnica. Mentre crescono la potenza computazionale e le certezze dell’algoritmo, si diffondono automazione e intelligenze artificiali, il futuro si è fatto sempre più complesso, caotico, incerto e fragile, ricordando a tutti che, pur nelle nostre nuove vesti di simbionti e cyborg, siamo esseri umani e come tali collegati gli uni agli altri. La sfida che abbiamo tutti di fronte non è semplice, le nostre scelte possono determinare l’implosione di una evoluzione che ritenevamo senza interruzione oppure farci diventare più responsabili e (tecno)consapevoli.

Sostenibilità in prima persona come ermeneutica per il passo d'azione

Nonostante il grave ritardo che tutte le democrazie occidentali hanno accumulato nel perseguire i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), le istituzioni europee e le organizzazioni del terzo settore hanno recentemente messo in campo un notevole sforzo teorico per proporre dei quadri di riferimento sulla sostenibilità. Un contributo di Maria Emanuela Galanti

Metaversi per viaggiare? No grazie!

DAD, Smartworking, social, metaversi vari, zoom, videogiochi, WhatsApp e Instagram, tutti mondi virtuali che nel periodo della pandemia sono diventati più reali di quanto non lo siano sempre stati. Grazie al Coronavirus, virtuale è diventato anche il viaggio, con grande sofferenza per tutti coloro, come me, che viaggiare lo hanno sempre fatto. Moltissimo per lavoro ma soprattutto per il piacere del viaggiare in sé. Perché per il viaggiatore più della destinazione o la meta conta il viaggiare, a partire dalle letture (In Patagonia, Le vie dei Canti, Terra del fuoco, Capo Horn, ecc.) che lo anticipano, dalla pianificazione che lo prepara, dalla compagnia di viaggio che si sceglie, dalle emozioni che sempre emergono dagli incontri (persone, paesaggi, animali, montagne, città, ecc.) che viaggiando si fanno. Poi si arriva anche a destinazione!

In viaggio alla ricerca di autenticità

Alcuni giorni di trekking nel deserto del Sahara mi hanno messo a confronto con realtà umane lontane anni luce dalle nostre. Ne è nata una breve riflessione sull’autenticità. Su quanto essa sia vissuta e raccontata nella nostra era tecnologica nella quale prevale l’individualismo a scapito dei vincoli collettivi. Vincoli, legami, esperienze ben presenti in realtà dove non manca lo smartphone ma prevalgono ruoli sociali riconosciuti, sincerità, norme condivise e sentimenti di comunità.

A proposito di caverne e centri commerciali...da Platone alla Cina

Chi crede che la realtà non sia prevedibile è destinato a doversi ricredere. A volte si tratta di profezie che si auto-avverano e quando questo succede non si è quasi mai completamente felici. Un esempio che merita di essere raccontato è quello del nuovo centro commerciale e luogo di vita (città-Mondo) realizzato in Cina. il New Century Global Center di Schengdu. Anticipato da Josè Saramago, nei suoi potenziali effetti sulle persone e sulle cose, nel suo libro 'A Caverna', scritto nel lontano anno 2000 e da Ballard nel suo libro 'Kingdom Come'.

Onlife o Offlife?

Celebriamo la vita onlife e nel frattempo contribuiamo alla spoliazione continua della nostra vita quotidiana, unitamente a quella dell’ambiente naturale e fisico.

Le emozioni tra reale e virtuale

Sulle emozioni si fondano i sentimenti che creano legami. Ma che cosa cambia quando la relazione avviene con le nuove tecnologie digitali, le tecnologie immersive, che portano a vivere esperienze sensoriali in modo diretto, senza il corpo?

Environmental Footprints of AI Model Usage

The use of artificial intelligence (AI) is increasing year by year, spanning various domains (commercial activities, artistic creation tools, weather prediction, etc.) within our society. Concerning its monetary cost, it varies depending on the economic model chosen by businesses.

Poesie di Germana Bruno

Solo coltivando sin da piccoli e nei gesti più semplici una sana cultura del rispetto delle regole, si diventa adulti responsabili