Gaber e il Natale: un'idea o un fatto storico?

Il Natale anche solo filosoficamente inteso non è altro che la risposta all'idea astratta di Dio, che "avviene" su questa terra assumendo negli umanissimi tratti la sensibil forma auspicata da Leopardi, rendendosi volto di bambino, riconoscibile e pertanto corrispondente al desiderio di concretezza che ci contraddistingue.

Pensieri sotto l'albero

Alcune riflessioni in forma di pensieri sparsi, organizzati ed espressi in modo semplice e conciso con l'obiettivo di farsi leggere e far pensare. Un piccolo regalo a chi sotto l'albero è ancora disposto a usare criticamente il proprio pensiero, a praticare l'arte del dubbio e delle domande, per provare a cercare le tante risposte di cui oggi sentiamo tutti, esistenzialmente, il bisognno.

Tecnologia critica

La critica è necessaria. Serve a mettere in discussione i modelli correnti proponendo nuovi approcci basati sulla lentezza, sulla maggiore attenzione agli strumenti che usiamo, sulla relazione e non sulla connessione, sull’esperienza incarnata. Bisogna riconoscere che dispositivi, piattaforme, robot, algoritmi ci stanno rendendo meno umani, simili a macchine, che la tecnologia ha impatti sull’umanità intera incidendo sui nostri sensi e pensieri, sulle decisioni e i giudizi, sull’attenzione, sui desideri, sul nostro essere cittadini, sulle nostre relazioni, su come ci informiamo e rimaniamo informati, persino sulla comprensione della realtà, di cosa significhi essere umani, di chi siamo e cosa dovremmo fare per costruire i nostri possibili futuri.

Eventi, cornici e social network

La nostra vita è piena di eventi, tutto è vissuto come un evento, oggi sempre declinato al presente continuo del tempo tecnologico a cui siamo assuefatti. Ogni evento determina nuovi orizzonti di senso, il modo con cui percepiamo e ci relazioniamo alla realtà.

Cresce il bisogno di silenzio…mediale!

Il silenzio e il tacere sono pratiche che tutti oggi dovrebbero individualmente adottare anche nella rete e sulle piattaforme social da molti abitate in pianta stabile. Il chiacchiericcio di fondo fatto di cose, comportamenti, eventi tutti uguali impedisce qualsiasi tipo di approfondimento, di riflessione, di ascolto, di comprensione e di conoscenza. La parola ha perso di significato, la comunicazione è diventata una coazione, la libertà, la riflessione e il pensiero sono vissuti come un gioco. Un modo per allontanarsi dalla confusione che regna sovrana nel mondo reale e forse dentro ognuno di noi. In questo contesto recuperare e riscoprire il silenzio non porterà a maggiore pace e serenità ma è diventata una necessità.

Rivoluzioni tecno-antropologiche

Viviamo tempi tecnologicamente rivoluzionari. La tecnologia ha cambiato il mondo e noi stessi, accelerando ogni cosa. Molti fanno fatica a adattarsi al cambiamento in atto, tutti percepiscono che gli effetti di questa rivoluzione potrebbero cambiare per sempre le loro vite e il destino del genere umano sulla terra, non necessariamente in senso positivo. Per questo si rifugiano in una sorta di (tecno)nichilismo esistenziale (perdita di senso), individuale (machines do everything better), politico (disimpegno e perdita di controllo) e sociale (connessi ma soli, connessi online ma disconnessi dagli altri intorno a noi).

Invecchiando senza ChatGPT

A volte mi interrogo sulla mia indifferenza e mancanza di entusiasmo verso le nuove intelligenze artificiali generative, come un segno di invecchiamento. È la prima volta che provo scarso interesse a sperimentare una nuova tecnologia. Eppure, con le IA ci ho giocato agli inizi degli anni 90. Risale a quel tempo anche la lettura del libro di Marvin Minsky, La società della mente, e di altri testi che hanno preparato la strada alle IA odierne.