𝗦𝗮𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗲, 𝗶𝗻 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗼, è 𝘂𝗻 𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗺𝗲𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗲, una competenza che si acquista solo con l’esercizio e che si rischia di perdere se non la si coltiva. Non è solo una passione, ma una vera e propria abitudine, una sorta di muscolo intellettuale che, se esercitato, funziona con più vigore e dà più forza nel confrontarsi con la pagina scritta. Leggere è fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, poiché uno dei suoi maggiori poteri è proprio quello di tenere la mente in costante allenamento fornendo cibo alle idee, principali motori di quel complesso organismo che è la cultura.
Chi sa leggere, legge anche di fronte alle più drammatiche ansie, di fronte alle angosce più profonde, di fronte ai dolori più esacerbanti. Perché, per chi sa leggere, i libri sono la migliore consolazione che si possa avere. E non leggere vuol dire rinunciare ad esercitare l’attività più alta, più raffinata e più caratteristica che il genere umano abbia mai escogitato.
In molti credono che, solo perché non leggono libri, in fondo non gli sia sfuggito nulla, ma io credo invece che gli sia sfuggito molto, perché nei libri c’è qualcosa che difficilmente si trova altrove. Nei libri c’è la storia dell’uomo, il bene ed il male, la vita e la morte, la felicità e la sofferenza; ci sono le conquiste ed i fallimenti dell’intera umanità; c’è il racconto di come i nostri sentimenti, i nostri sogni, le nostre azioni, tutti i nostri gesti hanno prodotto le nostre vite, tanto diverse quanto simili nel loro destino. C’è un pensiero simbolico che nasce da un’esperienza del tutto astratta; e si tratta dell’esperienza che più facilmente spinge ad avere fantasia, a sviluppare idee, a immaginare cose nuove, a pensare soluzioni originali. Che ci permette di separare la pienezza della vita dal vuoto di un sentire irrazionale; l’essere dal nulla.
I libri, se conservati con cura, come e più di ogni costruzione, monumento o opera d’arte, vivono per sempre. Sfidano la caducità del nostro essere e sono l’unica cosa che ci fa sfiorare l’immortalità.
In questo originalissimo libro (𝘐𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦), Piero Dorfles illumina le prospettive che la letteratura può aprirci raccogliendo alcune opere classiche raggruppate per grandi temi: quelli centrali dell'esperienza umana.
Il risultato è una ricognizione personalissima che ci dimostra perché il lavoro del lettore è il più bello che esista!