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Oggi ho deciso di scrivere al Papa. Non solo per omaggiarlo, ma per ringraziarlo. Ora che ha lasciato questa vita terrena, sento il bisogno profondo di raccogliere il testamento civile che ci ha lasciato con le due encicliche Laudato si’ e Laudate Deum. In un mondo in fiamme – con 56 guerre in corso, una crisi climatica ignorata, e una società sempre più anestetizzata – ha avuto il coraggio di dire la verità con la forza mite della sua voce. «Tutto è connesso.» «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale.» «La contemplazione della bellezza ci porta a uscire da noi stessi.» Parole che ci interrogano e che restano. ✍️ Ho trasformato queste riflessioni in una lettera aperta. È un gesto di memoria, ma anche un invito a non perdere la direzione.


Caro Papa Francesco, ti scrivo come cittadina di un mondo in crisi, dove, come punta di un iceberg che scende molto in profondità, cito solo i 56 conflitti armati che coinvolgono 92 Paesi, che rappresentano la terza guerra mondiale combattuta a pezzi di cui già nel 2014 ci parlavi.

Ora che hai lasciato questo mondo, sento ancora più forte il bisogno di rivolgermi a te con profonda gratitudine. Hai scelto di parlare al mondo non con il linguaggio del potere, ma con la forza mite della verità. Con l’enciclica Laudato si’ (2015) ci hai lasciato un vero e proprio testamento spirituale e civile: un documento che unisce rigore, compassione e coraggio, con un messaggio destinato a durare.

Hai avuto l’audacia di dire ciò che andava detto e toccare le radici della crisi che stiamo vivendo, indicandoci non solo i problemi, ma anche una direzione.

Hai dato voce a ciò che molti di noi sentono e sanno, ma che pochi osano affermare con tale chiarezza:

«Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale.»

Non possiamo più permetterci di affrontare la crisi ambientale come svincolata dai sistemi produttivi attuali, né la giustizia sociale come un tema scollegato. Sono, insieme alla povertà, alla perdita di biodiversità, all’ingiustizia economica, diverse espressioni della stessa rottura sistemica. Una rottura che chiede una ricucitura profonda a livello sociale, fatta di relazioni umane, di modelli economici etici e di convivialità, come la intendeva Ivan Illich.

C’è bisogno cioè di recuperare la capacità degli esseri umani di vivere insieme in modo libero, autonomo e cooperativo, utilizzando strumenti – siano esse tecnologie, istituzioni o organizzazioni – che non li dominano, ma che sono al loro servizio, potenziando la loro libertà, creatività e interdipendenza.

Ci hai mostrato la ferita più grande che stiamo infliggendo al nostro pianete con parole semplici:

«La terra, nostra casa comune, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia.»

È un’immagine dura, sì. Ma ci costringe a chiederci come siamo arrivati a tanto e a interrompere le narrazioni anestetiche della o sulla “sostenibilità” di facciata. Ci interpella, con urgenza, a cambiare radicalmente il nostro modo di produrre, consumare, vivere – ancor di più oggi, a distanza di oltre 10 anni dalle tue parole, mentre il mondo occidentale sembra voler cancellare la crisi climatica in corso.

In mezzo a questa denuncia lucida, ci hai anche ricordato una verità semplice, ma essenziale:

«Tutto è connesso.»

Hai restituito dignità al pensiero sistemico, alla complessità, riabilitando il valore dell’interdipendenza, della cura reciproca, della relazione, fornendo uno strumento per leggere il presente e per progettare il futuro.

Di fronte alla crisi climatica, non hai proposto una soluzione tecnica, ma una conversione ecologica integrale, tracciando la strada per una trasformazione profonda del nostro modo di vivere, produrre, governare.

Questa visione è stata ulteriormente rafforzata in Laudate Deum (2023), dove hai denunciato senza mezzi termini l’inefficacia degli accordi climatici, la lentezza dell’azione politica e la retorica ipocrita della transizione verde. Hai invocato «un multilateralismo nuovo», capace di anteporre il bene comune globale agli interessi di parte.

La tua proposta spinge verso una vera rivoluzione culturale e spirituale, che chiama alla sobrietà, alla giustizia climatica, all’educazione ecologica, a una nuova capacità di meraviglia e di cura. In un mondo dominato dalla logica dell’efficienza e del dominio, ci hai invitati a ritrovare il senso del limite, della reciprocità, della bellezza condivisa come basi per una civiltà più umana.

Ho sentito particolarmente forte anche il tuo richiamo al ruolo delle istituzioni e dell’economia:

«La politica non deve sottomettersi all’economia, e l’economia non deve sottomettersi ai dettami dell’efficienza tecnocratica.»

È esattamente qui che si gioca la nostra capacità di visione, di futuro, di giustizia, di pace. Perché l’economia ha senso solo se serve la vita, non se la stritola. E la politica è degna solo se è al servizio del bene comune.

Infine, ti ringrazio per aver riportato al centro un’altra parola dimenticata: bellezza.

«La contemplazione della bellezza del creato ci porta a uscire da noi stessi.»

Abbiamo bisogno di uscire da noi stessi, di contemplare, di riconnetterci al mistero della vita, alla meraviglia, alla lentezza. Senza questo sguardo, nessuna transizione ecologica sarà mai autentica.

Ti ringrazio per aver scritto e averci lasciato questi manifesti etici, sistemici e poetici che parlano a tutta l’umanità e per averci ricordato che non è troppo tardi, ma che il tempo è adesso.

Continuerò, con il mio lavoro e la mia voce, a fare tutto ciò che posso perché questo messaggio si diffonda, venga compreso, interiorizzato e soprattutto agito.

Con rispetto e speranza,

Susanna


Bibliografia

Francesco (Jorge Mario Bergoglio) Laudate Deum. Esortazione apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica, Libreria Editrice Vaticana, 2023

Ivan Illich La convivialità. Una proposta libertaria per una politica dei limiti allo sviluppo
Red Edizioni, 2013

StultiferaBiblio

Pubblicato il 23 aprile 2025

Susanna Di Vincenzo

Susanna Di Vincenzo / CEO and CO-Founder at @17tons.earth

susanna.divincenzo@gmail.com