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Per rispondere a questa domanda scomoderei la parabola della pagliuzza e della trave riportata nel Vangelo di Matteo: perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Tanti megatrend sono in realtà delle pagliuzze facili da sopportare ma le travi sono le verità scomode che nessuno vuole ammettere anche perché assumerne consapevolezza significherebbe prendere atto delle possibili conseguenze sociali a cui si dovrà necessariamente andare incontro.


Ebbene si, io sono uno di quegli inutili pazzi (così sono sempre stati considerati i visionari, no?) che ha deciso di dedicare il proprio tempo alla ricerca e all’interpretazione dei segnali di futuro. Come un cercatore d’oro di altre epoche, vado in giro con il mio setaccio dentro a cui butto tante cose: dati e statistiche, indagini e studi, articoli e libri, ricerche ma anche fatti quotidiani e opinioni di persone, confronti e scontri, sensazioni e paure, intuizioni e rivelazioni. Poi agito il setaccio con il classico movimento ondulatorio e diluisco il contenuto per consentire alla spazzatura di manifestarsi e di scivolare via: il più delle volte nel setaccio non resta nulla, qualche rara volta capita che si cominci a scorgere la lucentezza di una pepita, ancora grezza, che deve essere pazientemente lavorata prima che si possa presentare ed esporre come autentico gioiello. Ecco, queste rare pepite per gli inutili pazzi come me sono quei segnali di futuro che normalmente vengono chiamati in tanti modi diversi: megatrend, scenari, orizzonti, ecc.

Trends, like horses, are easier to ride in the direction they are going John Naisbitt, Megatrends

È ormai consuetudine che nelle prime settimane di ogni nuovo anno prestigiosi organismi di ricerca pubblichino dei rapporti dedicati proprio all’andamento dei megatrend. Ce ne seno di tre diverse categorie: quelli che illustrano tendenze generali, quelli dedicati alle tendenze tecnologiche e quelli dedicati all’andamento dei fattori di rischio.

Come umile cercatore d’oro, io mi divoro questi rapporti, li confronto con le tendenze che emergono dal mio personale setaccio perché voglio capire se mi sono perso qualcosa, se ho cercato nei posti sbagliati, se è meglio che cambi mestiere. Così facendo, ho individuato un megatrend sconosciuto: la tendenza a manipolare e mistificare i megatrend per creare disinformazione. Questi rapporti infatti sembrano sempre più scontati e ripetitivi, orientati verso scenari predeterminati, privi di intuizioni veramente visionarie, ingannevoli. Propongono fenomeni che in realtà possono essere considerati come mode effimere, forzature ideologiche, a volte addirittura discussioni da bar.

I megatrend sono forze di cambiamento capaci di produrre effetti su scala globale nel lungo termine; sono pattern di trasformazione che possono avere un impatto su diverse aree della vita umana, come tecnologia, demografia, ambiente, economia, politica e cultura. Chi studia i megatrend dovrebbe mettere a confronto le diverse categorie per ricercare punti di convergenza e di reciproca influenza che servono a selezionare le tendenze maggiormente significative. Invece normalmente si punta più sulla quantità che sulla qualità, anche perché più si aumenta il numero di opzioni disponibili, più c’è la possibilità che qualcuna di queste alla fine emerga realmente e dia la possibilità ai ricercatori di affermare che ci avevano visto giusto. Di tutti i megatrend sentiti finora io ne condivido solo tre. Il primo è la corsa verso il dominio dello spazio, il secondo è la necessità di miglioramento ed estensione dei sistemi di cybersecutity, il terzo è la crisi della cultura democratica, troppo abusata per continuare ad essere credibile.

“The Situation is dire, my friend. We are drowning in information but... starving for knowledge.” ― John Naisbitt

Dal mio personale setaccio però ne aggiungo un quarto che non è stato minimamente preso in considerazione dagli analisti ufficiali di mercato: la fine dell’era del capitalismo industriale, ucciso e sostituito dal capitalismo tecnologico-finanziario.

Perché nessuno ne parla?

Per rispondere a questa domanda scomoderei la parabola della pagliuzza e della trave riportata nel Vangelo di Matteo: perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Tanti megatrend sono in realtà delle pagliuzze facili da sopportare ma le travi sono le verità scomode che nessuno vuole ammettere anche perché assumerne consapevolezza significherebbe prendere atto delle possibili conseguenze sociali a cui si dovrà necessariamente andare incontro. Eppure, avendo il coraggio di parlarne, magari si scoprono delle opportunità che possono ribaltare la situazione. Dove sta scritto che i megatrend bisogna solamente subirli? Vogliamo forse abdicare all’esercizio del libero arbitrio?

Giorgio Irtino

Giorgio Irtino / Esperto di metodologie e tecnologie per la sostenibilità, l'analisi strategica e la previsione-anticipazione dei futuri.

giorgio_irtino@fastwebnet.it