Dibattere se alcuni movimenti politici siano nati come reazione o indipendentemente dalla presenza di un forte credo nella popolazione, non può essere liquidato con qualche osservazione superficiale. Lasciamo il dibattito e l’approfondimento agli studiosi. Di certo i valori e i disvalori che riconosciamo nei messaggi politici e nei comportamenti sociali sono l’eredità dell’evoluzione del pensiero umano che è passato e continua a passare attraverso la ricerca di uno scopo e del senso dell’esistenza.
Mi ha sempre coinvolta e sconvolta la storia delle religioni e l’impatto che hanno avuto e continuano ad avere sugli equilibri mondiali e nelle scelte di ogni singola nazione e comunità.
Si può essere credenti ed avere la capacità di cogliere il meglio dai messaggi che nei secoli sono stati costruiti attorno al desiderio di eterno, di soprannaturale, di “normativo”. Si può essere “credenti” e alterare il senso del messaggio per giustificare i propri obiettivi, meramente materiali e ideologici.
Se i profeti, ed uso questo nome generico per indicare chiunque abbia professato e veicolato il proprio messaggio di fede, hanno avuto in comune, nei secoli, il benessere dell’uomo, come è stato possibile avere le “crociate”, le guerre di religione che ancora oggi insanguinano il mondo, senza che miliardi di persone abbiano reagito e reagiscano riportando al centro del creato l’uomo?
La risposta forse è semplice ed al tempo stesso terribile.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ci sono uomini che si sono sostituiti a “Dio” appropriandosi dei suoi “messaggi”, usando tutti gli strumenti leciti ed illeciti che nei millenni siamo riusciti a creare.
Le ondate di ateismo e agnosticismo che hanno caratterizzato la storia degli ultimi due secoli non erano scevre da una non dichiarata trasformazione dell’uomo in un dio che poteva della vita e della morte di ognuno di noi.
Pensando all’oggi, non è difficile contestualizzare queste riflessioni guardando ai “potenti”, scelti da altri uomini o non scelti da alcuno perché presenti in realtà dove la dittatura ha prevalso ed il voto democratico è assente.
Vicino alle porte di casa o in paesi che percepiamo “lontani”, anche se più vicini di quanto la geografia non dimostri.
Riecheggiano ancora le parole del presidente degli Stati Uniti che ha dichiarato “Dio mi ha risparmiato la vita perché io salvassi l’America “o le immagini della Sala Ovale dove predicatori di varie sette pregavano, insieme all’uomo del momento, “invocando Dio”.
E non è da meno il messaggio di Putin ai giovani soldati che “muoiono per amore, per amore di Cristo” (con riferimento al vangelo di Giovanni, capitolo 15, versetto 13).
Ed è con la Bibbia in mano che Netanyahu spiega le regioni per cui i coloni hanno diritto alla terra promessa….
Gli esempi, in questi anni bui di oscurantismo medioevale, si sprecano anche in casa nostra dove si è fatto uso ed abuso, quasi blasfemo, di simboli religiosi. Di rosari e segni di croce, di riferimenti biblici alla famiglia, più o meno manipolati.
Penso allora alla religione più vicina alla mia cultura, penso a Cristo ed alla pagina del Vangelo di Matteo quando “condanna gli scribi ed i farisei” o quando caccia i mercanti dal tempio (Vangelo di Marco).
Penso alle parole rubate a Papa Francesco per farle proprie, senza alcune remora.
Nessuno dei politici che si sono appropriati della parola di Dio, per farsi dio essi stessi, ricorda quello che Lui trasmise a Mosè ( Libro dell’ Esodo): Non nominare il nome di Dio invano.